Con * bambin* lo chiamiamo “abuelo fuego”, “nonno fuoco“, per la sua saggezza, il suo potere, la sua compagnia.
Re della festa quando è il fuoco della comunità e quando è la candelina da soffiare sulla torta di compleanno.
Fuoco che celebra, incanta e spaventa, che scalda, accende, brucia e nutre: “Fuoco il mio spirito”, cantiamo con * bambin*…
Osservate il loro sguardo illuminarsi insieme alla fiamma.
Osservatel* tenere in mano un tizzone acceso e disegnare arabeschi e spirali di fumo nell’aria che salgono verso il cielo. Osservate il loro viso riempirsi di stupore, sentite il loro cuore emozionarsi,
il loro corpo attivarsi e lo spirito elevarsi…
Nonno Fuoco è grande Maestro: di attenzione, cura, rispetto, umiltà, intimità, cooperazione, trasformazione, meraviglia.
Elemento dalle mille forme e dai mille volti, il Fuoco è calore, luce, difesa dai pericoli, compagnia, bellezza: il contatto con il fuoco è profondamente nutritivo ed educante e anche * piú piccol* percepiscono il suo incanto che ravviva in noi qualcosa di antico e ancestrale, insieme alla sua forza pericolosa e distruttiva che ci aiuta a riconoscere i nostri limiti.
Nelle fredde mattine d’inverno sono * bambin* a chiedere di “fare il fuoco”.
Sí, perché gli altri amici elementi si lasciano incontrare. Il fuoco, invece, generalmente no: siamo noi a crearlo. E basterebbe questo a raccontarci di come nonno fuoco simboleggia l’energia creativa che dimora dentro di noi.
D’accordo. Facciamo il Fuoco!
Inizia allora un’attività che in ogni sua fase coinvolge totalmente il nostro corpo, i sensi, la mente, le emozioni, il nostro spirito: il tutto in un lavoro costante di relazione e cooperazione con gli altri.
Andare a raccogliere la legna e riconoscere i diversi materiali da bruciare, distinguendo quelli secchi da quelli bagnati. Imparare a spezzare i rami piú lunghi facendo leva con i piedi e le braccia e trasportare le fascine insieme a* compagn*.
Preparare il letto, il “nido” del fuoco, e comporlo con legna di grandezze e spessori diversi, foglie secche e carta.
E finalmente accenderlo allenando pazienza e stupore e poi accenderci con lui insieme al vento e alla meraviglia.
Osservarlo con cura e concentrazione e sentire quando ha bisogno di essere alimentato e nutrito, cosa gli piace e cosa no.
Prendere le misure di sicurezza (anche scottarci se non prendiamo le giuste misure), coordinarci con gli altri nel muoverci attorno a lui e non dargli mai le spalle e sempre, sempre custodirlo e portargli rispetto profondo.
Sentire il suono e l’odore dei diversi materiali che bruciano e si trasformano in cenere. Perderci nelle spirali del fumo che sale al cielo e disegnare o scrivere con i tizzoni carbonizzati o colorarci il corpo.
Cantare al fuoco, danzare e celebrare con lui, cucinare con lui: bruscare il pane, arrostire le castagne, le pannocchie, cuocere le patate al cartoccio, far bollire pozioni magiche. E rimanere accanto a lui sentendo la sua forza, la sua calma e il suo potere liberatorio.
Fare il Fuoco è un’attività “totale”, in cui gli aspetti pratici e il contatto logico-razionale e sperimentale con l’elemento sono accompagnati da dimensioni emozionali e contemplative: spirituali.
Grazie Maestro Fuoco, per scaldare e nutrire le nostre giornate boscose.
Grazie per alimentare la nostra passione e per aiutare noi, educatrici ed educatori, a mantenere viva la luce de* bambin* e la loro scintilla!





